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Terra Santa. Il Giordano

Nei film sulla vita di Gesù il momento dell’incontro con Giovanni Battista è uno dei più emozionanti. Dietro di loro si estende una grande distesa d’acqua azzurra. Il Giordano sembra un fiume immenso e impetuoso, io sono arrivata sulla riva giordana del fiume pensando a questo.

Fino a qualche tempo fa la riva giordana era irraggiungibile perché al confine con Israele territorio militare, oggi invece dopo previo controllo si può visitare. Si arriva al fiume percorrendo un parco ma quale tristezza prende quando si scopre che è poco più di un rigagnolo.

Non sarebbe difficile attraversarlo a nuoto ma non si può perché confine invalicabile fra due stati nemici. Stare sulla riva giordana è come guardare le vetrine delle boutique e non potervi entrare.

Sull’altra riva c’è Gerico , campeggia la bandiera di Israele, palme pontili ben curati gente che sorride e prega, di qua un pontile in legno nessun turista e il desiderio di raggiungere una terra proibita. Lo leggo negli occhi della nostra guida palestinese che dice “voi proteste anche andare di là io non posso, anche se quella è la mia terra.”

Io dall’altra parte della riva ci sono poi andata. Facendo un percorso strano e tortuoso in un paesaggio che ero lo stesso che mi aveva accompagnato in Giordania. Ma nel west bank è tutto molto più complicato. Da Gerusalemme si arriva seguendo strade che costeggiano il muro di 800 km costruito dagli isreliani , una gincana assurda in cui non si capisce mai dove si sia se in Israele in territorio palestinese o nei territori occupati o negli insediamenti israeliani di nuova edificazione, indicazioni perentorie le danno i check point o qualche sparuta bandiera israeliana che sventola ben in alto, o scritte in inglese dove si avvertono gli israeliani di stare attenti alle loro vite perché quella è terra dello stato di Palestina. Chi ha passaporto israeliano non può entrare nello stato di Palestina. Ma è tutto lì a una distanza in un fazzoletto di terra che si trasforma, da riarsa diventa florida e poi nuovamente brulla, una gimkana la città di Gerico palestinese e poi di nuovo un check point in cui si torna in territorio israeliano. Grandi parcheggi per i bus turistici grandi viali affollati di pellegrini è di nuovo questo fiume giallognolo davanti al quale la gente prega e in cui si bagna per ricevere di nuovo il battesimo, anelando il soffio divino, e di là a pochi metri, impercorribili l’altra riva semideserta dove mi sembra di riconoscere lo stesso soldato annoiato, sventola una bandiera nemica.

Sono entrambi segnate da una strana nostalgia le rive del Giordano e stringono il cuore e portano tristezza.

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